lunedì 14 settembre 2015

Il sostituto procuratore del re (II)

Eccoci alla seconda parte del sesto capitolo. Le affermazioni di Villefort sono a dir poco agghiaccianti, meravigliosamente scritte, ma comunque degne dei peggiori uomini senza scrupolo. Giudicate voi stessi!

«A dire il vero, signora – disse Villefort – il mio ruolo e soprattutto il tempo in cui viviamo mi obbligano ad essere severo. E lo sarò. Ho già dovuto affrontare qualche accusa politica, e in questo senso ho già dato le mie prove. Purtroppo non siamo ancora alla fine»
«Credete?» disse la marchesa.
«Temo. Napoleone dall’isola d’Elba non è così lontano dalla Francia; la sua presenza quasi in vista delle nostre coste ravviva la speranza dei suoi partigiani. Marsiglia è piena di ufficiali a mezza paga che ogni giorno cercano contrasti con i rappresentanti della monarchia al minimo pretesto; in questa situazione nascono duelli al di qua, tra persone di classe elevata, e assassinî al di là, tra gente del popolo»
«Di certo – disse il conte di Salvieux, vecchio amico dei Saint-Méran e ciambellano del conte d’Artois – sapete che la Santa Alleanza lo trasferirà»
«Sì, se ne discuteva alla nostra partenza da Parigi. – disse il signor di Saint-Méran – E dove lo mandano?» «A Sant’Elena.»
«A Sant’Elena! Che cos’è?» chiese la marchesa.
«Un’isola a duemila leghe da qui, al di sotto dell’equatore.» rispose il conte.
«Alla buon’ora! Come dice Villefort, è una vera pazzia aver lasciato un uomo simile tra la Corsica, dove è nato, e Napoli, dove regna ancora suo cognato, e per di più di fronte all’Italia, di cui voleva fare un regno per il figlio!»

[Nel testo orginale: «À la bonne heure! Comme le dit Villefort, c'est une grande folie que d'avoir laissé un pareil homme entre la Corse, où il est né, et Naples, où règne encore son beau-frère, et en face de cette Italie dont il voulait faire un royaume à son fils. », l’ultima parte della frase non è stata tradotta nella nostra edizione di riferimento]

«Malauguratamente – disse Villefort – noi abbiamo i trattati del 1814, e non si può toccare Napoleone senza venir meno a quei trattati»
«Ebbene, verremo meno  – disse de Salvieux – Ha avuto la stessa sottiliezza, lui, quando si trattò di far fucilare lo sventurato duca d’Enghiem.»


«Sì – disse la marchesa – è deciso, la Santa Alleanza libererà l’Europa da Napoleone, e Villefort libererà Marsiglia dai suoi partigiani. Il re regna o non regna… se regna, il suo governo dev’essere forte e i suoi agenti inflessibili; è l’unico modo per prevenire il male»
«Sfortunatamente, signora – disse Villefort – un sostituto procuratore del re è chiamato all’azione quando il male è già stato fatto»
«Allora sta a lui ripararlo.»
«Potrei aggiungere, signora, che noi non ripariamo il male: ci limitiamo a vendicarlo.»
«Oh! signor Villefort – disse una bella ragazza, figlia del conte di Salvieux e amica di Renée – cercate dunque di farci assistere ad un bel processo mentre siamo a Marsiglia! Non ho mai visto una corte d’assise e si dice che sia molto interessante e curiosa.»
«Effettivamente è molto curiosa, signorina – disse il sostituto – perché al posto di una tragedia inventata si rappresenta un dramma vero e reale; al posto di dolori simulati ci sono dolori veri. Calato il sipario, quell’uomo che si vede là, invece di tornare a casa, di andare a cenare in famiglia e di andare a dormire tranquillo per rifare la stessa scena il giorno seguente, ritorna in prigione, dove il più delle volte trova il boia. Vedete bene che per le persone impressionabili che cercano emozioni non c’è spettacolo che si possa paragonare a questo. State tranquilla, signorina, se si presenterà l’occasione, ve lo mostrerò dal vero.»
«Ci fa venire i brividi… e ride!» disse Renée impallidendo.
«Che volete… è un duello… Ho già richiesto e ottenuto in cinque o sei casi la pena di morte contro alcuni imputati politici… ebbene, chissà quanti pugnali in questo momento vengono affilati nelle tenebre o sono già pronti contro di me!»
«Oh, mio Dio! – disse Renée sempre più pallida – parlate seriamente, Villefort?»
«Non si può parlare più seriamente, signorina. – rispose il giovane magistrato con un sorriso sulle labbra – E con i bei processi che la signorina desidera per soddisfare la sua curiosità, e che io cerco per soddisfare la mia ambizione, la situazione non farà che peggiorare. Tutti questi soldati di Napoleone, abituati ad andare alla cieca contro le pallottole nemiche, credete che ci penseranno due volte a bruciare una cartuccia o ad imbracciare la baionetta? Penseranno di più prima di uccidere un uomo che credono un loro nemico personale che prima di uccidere un russo, un austriaco o un ungherese che non hanno mai visto? Del resto serve che sia così, perché altrimenti la nostra posizione non si giustificherebbe. Io stesso, quando vedo accendersi nell’occhio dell’imputato il bagliore luminoso della rabbia, mi esalto e acquisto vigore: non è più un processo, ma è un combattimento; io lotto contro di lui, lui risponde, io raddoppio; il combattimento si conclude come ogni altro, con una vittoria o una sconfitta. Ecco cos’è un vero dibattimento! È il pericolo che dà origine all’eloquenza! Un accusato che sorride dopo una mia replica mi dà la certezza di aver parlato male, con frasi scialbe, insufficiente. Pensate ora com’è la sensazione di orgoglio che prova un procuratore del re convinto della colpevolezza dell’accusato, quando vede il reo avvilirsi e annientarsi sotto il peso delle prove e i fulmini della sua eloquenza! Quella testa si abbassa, quella testa cadrà.»
Renée emise un gemito.
«Questo sì che è parlare!» disse uno dei convitati.
«Ecco l’uomo che serve oggi!» disse un altro.
«È vero – disse un terzo – nel vostro ultimo processo siete stato superbo, mio caro Villefort. Mi riferisco a quell’uomo che aveva ucciso suo padre. Ebbene, voi avete ucciso lui con le vostre parole prima che lo toccasse il boia.»
«Oh! dei parricidi – disse Renée – poco mi interessa, non ci sono supplizi abbastanza grandi per gente di tele fatta, …ma degli infelici accusati politici!»
«Degli accusati politici, Renée! – esclamò la marchesa – Di loro interessa ancora meno, perché il re è il padre della nazione, e voler rovesciare o assassinare il re significa voler uccidere il padre di trentadue milioni di uomini.»
«Ma… Villefort – disse Renée – mi promettete di essere indulgente con coloro che vi raccomanderò?»
«State tranquilla – disse Villefort con un sorriso affettuoso – prepareremo insieme le requisitorie.»
«Mia cara – disse la marchesa – occupatevi dei vostri colibrì, dei vostri cani e dei vostri nastri, e lasciate che il vostro futuro sposo faccia il suo compito. Oggi le armi riposano e sono in auge le toghe; c’è a proposito un motto latino di grande profondità»

[Nel testo: «Ma chère - dit la marquise - mêlez-vous de vos colibris, de vos épagneuls et de vos chiffons, et laissez votre futur époux faire son état. Aujourd'hui, les armes se reposent et la robe est en crédit; il y a là-dessus un mot latin d'une grande profondeur. »]

«Cedant arma togae» disse Villefort inchinandosi.
«Non osavo parlare latino» rispose la marchesa. [assente nella versione di riferimento]
«Avrei preferito foste un medico, – riprese Renée – l’angelo sterminatore, anche se angelo, fa sempre paura.»
«Cara Renée!» mormorò Villefort accompagnando le parole con uno sguardo d’amore.
«Figlia mia – disse il marchese –Villefort sarà il medico morale e politico di questa provincia; credetemi, questa è una bella parte da rappresentare.»
«E sarà il modo per far dimenticare la parte che invece ha rappresentato suo padre.» aggiunse l’incorreggibile marchesa.
«Signora – riprese Villefort con un mesto sorriso – ho già avuto l’onore di dirvi che mio padre ha, o almeno spero, abiurato gli errori del passato, che è ora un amico zelante della religione e dell’ordine, forse anche più di me, perché lui lo è con pentimento, e io solo con passione.»
E dopo questa frase di somma arte retorica, Villefort, per giudicare l’effetto della sua eloquenza, guardò i convitati, come avrebbe fatto dopo una frase analoga con l’uditorio del suo seggio in tribunale.

Vi ricordiamo che potete leggere tutto il capitolo qui. Fateci sapere cosa ne pensate!
A presto!

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